USURA: IL CORAGGIO DI DENUNCIARE
R. C. , imprenditore tarantino, è un tipo tosto! Come da fonti del Wall Street Italia ad aprile del 2013 decise di denunciare la sua Banca per usura ed estorsione.
L’istituto in questione è Unicredit, un colosso bancario inserito fra i primi tre gruppi di credito italiani, con oltre 40 milioni di clienti ed operante in 22 paesi oltre l’Italia. Un giro d’affari immane ed un capitale sociale ad undici cifre. Si capisce che non stiamo parlando di un negozietto qualunque, parliamo di un istituto finanziario che risulta quota capitale della Banca d’Italia e che, sicuramente, ha alle sue spalle fior di avvocati.
Eppure R. C. , guardardo l’abuso subito, riuscì a farsi coraggio e ad affrontare il “gigante”.
La trasposizione in chiave economica dello scontro fra Davide e Golia, per intenderci, dove il ruolo di Davide è interpretato da un imprenditore pugliese di poco più di 40 anni, con affari nel settore immobiliare, che subito dopo la denuncia si è visto oggetto di ostruzionismo da parte degli stessi direttori di banca che, fino al giorno prima, lo avevano trattato coi guanti. Questo perchè le Banche non accettano che gli si punti il dito contro!
Spesso queste ultime impongono una dittatura finanziaria costituita da mutui, finanziamenti e quant’altro, dove l’usurarietà si cela tra le mille voci del contratto. Voci scritte in minuscolo ovviamente.
Tanti sono i “Davide” sparsi in giro a dover pagare interessi su interessi, perchè quando parliamo di usura è di questo che si tratta: soldi non dovuti.
Ma non esiste solo l’usura bancaria. Vi sono altri abusi come l’anatocismo, per esempio, che invade i conti correnti e consiste nella prassi in base alla quale gli interessi maturati sul saldo debitore, generalmente a cadenza trimestrale, vengono capitalizzati, ossia riportati a “capitale”, producendo per trimestre sempre più interessi.
Insomma, di legale queste procedure non hanno nulla. Qui si parla di veri e propri reati sanzionati da norme specifiche.
Ma quanti sono gli imprenditori e i cittadini che decidono di denunciare?
R. C. non è un super eroe ma è un uomo che, ad un certo punto, ha deciso di dire “basta”!
In questo periodo storico di crisi e di devastazione finanziaria che colpisce sempre di più le aziende, vessate da istituti che improvvisamente chiedono rientri di conto impossibili, le persone si ribellano. Le denunce sono in aumento e, il timore dei rimborsi dovuti, preme come un macigno sulle Banche sempre più agguerrite.
Il dubbio è che gli istituti non sbaglino i conteggi casualmente, ma siano pienamente consapevoli di ciò che accade e lo tengano ben nascosto ai loro clienti. E finchè il governo non imporrà alle Banche di uniformarsi e rispettare la legge, ogni cittadino dovrà far causa per conto suo pur di farsi giustizia, a proprie spese.
Dati i recenti accadimenti, dove i correntisti hanno visto i risparmi di una vita essere risucchiati dal sistema bancario andato in soccorso degli istituti, viene da pensare che lo Stato non sia propriamente dalla parte dei risparmiatori. In effetti, grazie al “Decreto salva Banche” è stato garantito il salvataggio di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti. Ma perchè salvare le Banche a discapito dei risparmiatori?
Potremmo, poi, citare il “bail-in“, altro provvedimento che arriva nei paesi dell’eurozona e che, a partire dal 1° gennaio 2016, cambierà le regole del salvataggio delle Banche in crisi. D’ora in poi saranno gli stessi azionisti, obbligazionisti e correntisti a contribuire al salvataggio della propria Banca.
Da una parte vi è l’aumento di denunce verso gli istituti di credito, andate a buon fine, dall’altra abbiamo una corsa forsennata per mettere al riparo il bottino di miliardi che le Banche, con buona ragione di chi le gestisce, cercano di tutelare.
La lotta tra Davide e Golia continua perchè l’usura bancaria, l’anatocismo ed ogni reato simile nascondono il desiderio di salvaguardare cifre a parecchi zeri. Parte di questi tolta illegalmente.
D’altronde le sentenze in merito parlano chiaro: Tribunale di Firenze dove il Giudice con sentenza n. 990-2016 del 09/03/2016 dichiara l’improcedibilità della domanda azionata dalla Banca nei confronti del correntista in quanto la mancata attivazione della procedura di mediazione ha comportato l’improcedibilità della domanda monitoria; Tribunale di Busto Arsizio dove il Giudice con sentenza n.199-2016 del 03/02/2016 dichiara l’improcedibilità della domanda azionata dalla Banca nei confronti del correntista in quanto la mancata attivazione della procedura di mediazione ha comportato l’improcedibilità della domanda monitoria.
Stessi esiti nei Tribunali di Padova, Ascoli Piceno, Agrigento.
Come apprendiamo sempre dal WSI, nel caso di R. C. le cose sono andate oltre perchè la banca Unicredit, a sua volta, lo ha denunciato per tentata estorsione e diffamazione. Un accanimento ingiustificato? O “colpirne uno per educarne cento?”.
Fatto sta che il PM competente ha richiesto l’archiviazione della denuncia fatta dall’istituto, a cui è seguita una opposizione dello stesso, subito rientrata. Il tutto è terminato con un nulla di fatto e il proscioglimento totale dell’imprenditore. Allora, con un pò di fortuna ed un buon avvocato, la Banca se ha torto perde davvero. Non è facile ma c’è chi trova il coraggio di denunciare, di reagire con la forza di un “piccolo” Davide che comunque, non dimentichiamolo, riuscì ad uccidere Golia.
D’altronde, come affermava Albert Einstein, è che “il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai delinquenti, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare“.
Aurora BAGNALASTA