Le banche si prendono anche le nostre tasse

Il credito alle imprese non riparte,i numeri dicono che le banche continuano a fare meno prestiti,anche perché sono alle prese con criteri restrittivi imposti a livello europeo,hanno utilizzato i miliardi presi in prestito dalla BCE ,e le sofferenze sono esplose a miliardi di euro.
In sostanza, i crediti che hanno gli istituti bancari, sommati alla necessità di aumentare il capitale,frenano la stipula di nuovi prestiti.
E allora,qua entra in gioco il Governo che cerca da mesi una soluzione per agevolare il credito,attraverso un fondo di garanzia a tutela dei prestiti.
Uno modo alternativo,ma comunque rischioso, c è, consiste nella trasformazione di crediti difficilmente esigibili in titoli offerti al pubblico risparmio alla Cdp.
In sostanza, quest’ultima si compra i prestiti che le banche non riescono a riscuotere e che sono già scaduti e gli istituti, liberatosi di parte delle sofferenze,potrebbero erogare nuovi prestiti a famiglie e imprese.
In pratica nel primo caso, lo stato, che controlla con il Tesoro la Cdp,dovrebbe farsi garante con il suo patrimonio del credito privato, nel secondo caso si tratterebbe di una operazione di cessione del credito,dove lo stato comprerebbe i crediti altrui,monetizzando subito in favore delle banche.
Per farla breve, prima di essere contenti per come lo stato risolleverà le sorti del povero credito italiano, pensiamo che saremo noi con i soldi delle nostre tasse a finanziare le banche, perché ci prestino denaro.
(di Lami Caterina)