Il documento commissionato nel luglio 2012,costato ben 17 milioni,si conclude con 244 pagine di accuse e consigli al nuovo management.Dalle remunerazioni troppo alte,alle trasformazioni della banca in un gigante finanziario:il profitto è sempre finito sopra il cliente.Intanto Diamond continua a girare con l’autista della banca.
A nove mesi dallo scandalo che travolse le banche della City e per prima Barclays,costretta a pagare una multa di 59,5 milioni di sterline e ammettere di aver partecipato in prima linea alla manipolazione del tasso libor,con un reclutante Bob Diamond spinto a forza a dimettersi,arriva il rapporto interno commissionato dai vertici della stessa banca. E l’analisi non stupisce. La spinta a trasformare Barclays da una banca di sportello inglese in un gigante finanziario globale,ha stabilito il rapporto,ha creato nel corso di un decennio una cultura che mette il profitto sopra il cliente,in un totale vuoto etico.
Ma le raccomandazioni finali,ben 34,per migliorare la situazione all’interno dell istituto,sono già state criticate per troppa vaghezza,insieme al costo del rapporto,di ben 17 milioni di sterline.
Anthony Saltz,in passato avvocato per la Bbc e ora nello Scott Trust proprietario del Guardian oltre che vice presidente della Rothschild investement,incaricato nel luglio 2012,ha scritto 244 pagine di accuse e consigli:dalle remunerazioni troppo alte per i top manager alla cultura del diritto a fare tutto,lo stile di Barclays deve cambiare. Servono trasparenza e colore per riconquistare fiducia,scrive Saltz,concentrandosi sulla corte privilegiata alla guida della banca:”compensi riservati al gruppo dei 70 sono stati consistentemente e significativamente al di sopra della media,comparati ad altre banche dello stesso livello”. E fa i conti,rilevando che nel 2010 quei top 70 hanno guadagnato il 35% in più di quanto indica il mercato di riferimento,mentre nel 2011,sebbene abbassati,i loro premi erano comunque superiori alla media dle 17%.
Per poi spiegare al Financial Times “la loro focalizzazione sul guadagno a breve e la posizione competitiva adottata hanno portato un vuoto totale di valori”.
Come scrive nel rapporto,davanti alla crisi economica troppi dirigenti in quella banca hanno ignorato la situazione e continuano a pretendere livelli di stipendio pre-crisi “Un piccolo gruppo di banchieri sembra aver perso ogni umiltà e senso delle proporzioni,apparentemente inconsapevoli della realtà”,specifica. E stipendi troppo alti distorcono inevitabilmente ogni valore,dato che attraggono persone che misurano il proprio successo personale principalmente in base a quanto guadagnano. Molti di quanti sono stati interpellati hanno mostrato un senso di diritto a tutto. Parole che sembrano far riapparire quel Bob Diamond stupito e furioso della scorsa estate,incapace di concepire ogni possibile torto da lui commesso.
Come quelle che descrivono un modo di agire che favoriva le transazioni rispetto alle relazioni,il breve termine contro la sostenibilità e il settore finanziario rispetto ad obbiettivi aziendali.
Ora che Diamond non cè più,a commentare il rapporto è invece sir David Walker,che ha sostituito il presidente al vertice della banca,dimessosi anche lui in luglio,e prima di Diamond. Walker usa poche,precise parole:”Lettura sgradevole,in certe parti”solito self controll inglese. Quanto alle 34 raccomandazioni per cambiare cultura in e immagine in Barclays,il primo critico è proprio il quotidiano della City.
In un editoriale non firmato,il Financial Times sottolinea il coste del rapporto e pur riconoscendone la correttezza nell’analisi,liquida come banali le proposte per cambiare,come promuovere e salvaguardare la fiducia nella banca.
Poche frasi giudiziose,conclude,non bastano a cambiare mentalità.
Proprio in questi giorni,infatti,le banche della City si stanno organizzando per evitare a tutti i costi il tetto ai bonus stabilito dall’Unione Europea ,mentre quelle americane con sede a Londra progettano di trasferirsi fuori dall’Europa.
Quanto a Bob Diamond,è di fine marzo la notizia che il prossimo luglio riceverà da Barclays due milioni di sterline in stipendio,bonus e pensione,mentre continua a essere fornito di assicurazione sanitaria e sulla vita,oltre all’alloggio quando si troba in terra Britannica,con annessi macchina e chauffeur.
La cosa che ci consola e che anche oltre manica hanno le loro gatte da pelare,e che quindi non solo noi abbiamo i nostri problemi,possiamo dire che siamo tutti quanti sulla stessa barca.