E’ di grande attualità l’argomento “Usura nei mutui e finanziamenti” con la conseguente possibilità di vedersi restituire dagli istituti di credito, gli interessi pagati illegittimamente in quanto usurari.
Intorno all’argomento, si è creato e si sta consolidando un enorme business, fortemente lucrativo, a danno delle famiglie, dei consumatori e cittadini che si vedono proporre costosissime perizie che il più delle volte si dimostrano inutil i e creano soltanto illusioni e false aspettative.
Intendiamo dare alcune informazioni e consigli a quanti ne abbiano interessi.
1. L’usura nei finanziamenti e mutui non è un fenomeno di massa. Sono infatti in numero limitato i casi in cui effetivamente si determinano le condizioni per ottenere la restituzione degli interessi in quanto usurari.
2. Prima di aprire un contenzioso con gli istituti di credito è bene saper che banche e finanziarie si sono dati una comune “linea politica” che è quella di negare sempre tutto anche l’evidenza allo scopo di costringere famiglie e consumatori a portare il contenzioso in sede di tribunale scoraggiandoli di fatto, se non altro per i tempi lunghi delle procedure e per i costi elevati da affrontare.
3. Prima di iniziare una causa bisogna essere più che certi della presenza di usura nel contratto in quanto una causa persa espone anche al rischio dei vedersi condannare al pagamento delle spese di giudizio.
4. E’ bene diffidare da chi propone facil i soluzioni promettendo magari possibili trattative con gli Istituti di Credito.
E’ ormai accertato che banche e finanziarie non trattano quasi mai e il più delle volte non si presentano nemmeno in sede di Mediazione obbligatoria.
Con l’argomento “usura nei contratti” le Banche e le Finanziarie stanno ancora una volta dimostrando tutta l’arroganza dei poteri forti, motivo in più questo per analizzare attentamente i contratti di finanziamento prima di avanzare qualsiasi rivendicazione.
Per ogni verifica sui contratti è bene rivolgersi alle Associazioni, una fra tutte ASSOCIAZIONE DECIBA una di quelle che danno consigli ed effettuano le prime verifiche gratuitamente.
Diamo alcuni recapiti
Tel: 0375/781262
financialsolutio@libero.it
deciba@libero.it
Presidente: Gaetano Vilnò
Avv. Rosa Chiericati
(lo staff)
Questa mattina cambiamo un attimo discorso,ma restando sempre nell’ambito bancario,ci occuperemo di una indagine su false fatture e riciclaggio,di una direttrice di banca arrestata e poi rilasciata,ci spostiamo a Sondrio,l’ex direttrice della filiale di Chiuro di Banca Intesa San Paolo,una certa Monica Erina Stoppani,di 47 anni,residente a Tirano,non è più agli arresti domiciliari.
Nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere,false fatture,riciclaggio e usura del pm Stefano Latorre,lo scorso dicembre colpita da ordinanza di custodia cautelare,con altre 5 persone ( di cui 3 finite in carcere,una quarta raggiunta dietro la sbarre da analoga misura,cioè i domiciliari e si tratta di Ezio Gatti,e la quinta sfuggita all’arresto perchè si troverebbe in Sudamerica),la tiranese settimana scorsa è stata sottoposta a interrogatorio a palazzo di giustizia,davanti al magistrato,presenti investigatori della Guardia di Finanza e gli avvocati di fiducia.
Qualche giorno dopo i legali,all ‘esito dell’interrogatorio durato un paio d’ore e del cui contenuto non sono trapelate indiscrezioni,hanno presentato al Gip domanda per un affievolimento della misura restrittiva,alla quale non si sarebbe opposta la Procura.
Il giudice ha accolto la richiesta e ,pertanto,la direttrice di banca,indagata per le ipotesi di associazione a delinquere e riciclaggio è tornata in libertà,unicamente sottoposta all’obbligo di dimora.
Il presunto capo dell’organizzazione,il tellino Placido Bonolini,con alle spalle un delicato intervento chirurgico e non in buona forma psichica,dopo una breve detenzione nel carcere di Pavia,ha ottenuto prima di natale i domiciliari,mentre il latitante Fabio Giovanni Lazzarini,si troverebbe ancora in Colombia. L’unico che manca all’appello. Il tutto è sfociato in un maxi-sequestro conservativo di case ville,terreni,auto di lusso,conti correnti,capannoni,per l’equivalente circa di 17 milioni di euro.
Tuttavia i magistrati di Sondrio stimano che il danno all’Erario,per il vorticoso giro di false fatture per consentire mega evasioni a imprenditori,ammonterebbe addirittura a 250 milioni. Da qui si deduce che altri beni verranno in seguito requisiti ai 6 arrestati e gli altri 16 indagati in stato di libertà nella stessa inchiesta,fondata su migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali,pedinamenti e documenti sequestrati.
A inchiodare la bancaria,che si è sempre dichiarata estranea a fatti illegali e di non aver ricavato nessuna utilità,ovviamente ci crediamo tutti,sarebbe quella montagna di 170 assegni cambiati con eccessiva disinvoltura,in soli 3 anni,a Bonolini che riscuoteva i contanti. Nella direttrice avrebbe dovuto nascere più di un sospetto e,invece,ha tirato dritto,rimanendo cosi impigliata con la sua condotta omissiva nell’inchiesta per riciclaggio,della quale non sarà certamente facile uscirne indenne.