Equitalia rateizzare cartelle scadute e condono. Ormai il tempo stringe e il 23 novembre si fa sempre più vicino per chi vorrebbe usufruire del decreto legislativo n.159/2015 per la rateizzazione del debito con Equitalia. Questa richiesta, ricorda Equitalia, può essere presentata anche tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Tale decreto ha stabilito che: tutti i contribuenti decaduti dal piano di rateizzazione tra il 22 ottobre 2013 e il 21 ottobre 2015 possano chiedere nuovamente una dilazione delle somme non versate fino ad un massimo di 72 rate.
Ma attenzione ad alcuni limiti e regole del nuovo piano concesso; non è prorogabile e questo “lusso”, come lo definisce l’ente di riscossione, decade con appena il mancato pagamento di due rate non consecutive. Ma questo non è certo sufficiente per affrontare una situazione che coinvolge milioni di cittadini ed imprese italiane.
Non può certo bastare una rateizzazione, seppur in 72 mesi che per alcuni può andar bene ma per altri è un periodo ancora troppo breve. Il vero problema è che tra sanzioni, interessi e aggi vari le cifre lievitano paurosamente mentre il vero debito verso gli enti creditori è molto ma molto più basso dell’importo totale.
Continuando a NON ascoltare il rumore che viene dalle piazze, dal popolo, dalla rete, senza un condono delle sanzioni, degli interessi e degli aggi, l’Italia le imprese italiane e gli italiani non risorgeranno, le famiglie resteranno indebitate e le imprese subiranno “il fallimento fiscale”.
E’ questa la conseguenza della politica sanzionatoria che i legislatori hanno voluto attraverso Equitalia” afferma in una nota Confedercontribuenti ed anche varie associazioni tra cui DECIBA, la quale invita il premier Matteo Renzi “a cambiare rotta e a fare in modo che le imprese e gli italiani possano attraverso NON solo rateizzazioni lunghissime ma anche attraverso il condono sopra richiamato, saldare veramente e definitivamente i conti con il fisco, senza subire lo strozzinaggio di questo scellerato sistema che non è complicato definirlo “usura di Stato”.
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