Stamattina vorremmo un pò spaziare sull’usura in generale,non solo bancaria,su quegli imprenditori e piccoli imprenditori costretti a rivolgersi a qualsiasi persona o istituto di credito per poter mandare avanti la propria azienda,proni e sottomessi davanti alle banche. Si rafforza il mercato dell’usura. Causa crisi,e i prestiti illegali continuano a salire,siano essi dati da persone di male affare,siano ottenuti con tassi superiori al 15-30%.
A essere colpite sono soprattutto le Pmi che non riescono a trovare soddisfazione nelle richieste di finanziamento rivolte al sistema bancario.
Tra le motivazioni principali indicate per spiegare il ricorso agli usurai,le imprese segnalano innanzitutto le risposte negative alle richieste di finanziamento rivolte a a banche e finanziarie,nel 45% dei casi.. Tre imprese su 10,fra quelle cadute nella rete dell’usura,denunciano un altro fenomeno ormai frequente: un mancato pagamento ha fatto scattare la segnalazione a una centrale rischi,chiudendo di fatto la possibilità di ottenere credito legale. Il restante 25% delle imprese che hanno fatto ricorso agli strozzini sostiene di averlo fatto per non licenziare personale.
Le indagini di contrasto all’usura,cresciute del 40% rispetto al 2012,evidenziano inoltre un evoluzione che la Fiamme Gialle definiscono associativa del fenomeno criminale. In molti casi,gli usurai danno vita a vere e proprie società finanziarie illecite,che prestano denaro a tassi impossibili,anche fino al 400%,esercitando attività finanziaria abusiva e usuraia nei confronti dei commerciali,piccoli imprenditori e artigiani. Non ci bastavano le banche ora potremmo incappare anche in questo tipo di società finanziarie completamente e totalmente illecite.
Negli ultimi anni il fenomeno usura ha conquistato anche aree del paese che ne erano totalmente immuni per cultura e tradizione,a lanciare l’allarme è stata una delle indagini presentate nel corso della giornata nazionale per la trasparenza e la legalità,che ha dedicato uno specifico focus all’usura.
Si evidenzia come la stretta finanziaria che prima si concentrava sulle microimprese ha posto sotto attacco anche società a sufficiente capitalizzazione e patrimonio. Nuovi territori come il nord e l’Emilia Romagna,sono diventati terreno di conquista da parte di queste attività criminose.
La crisi di commercio e turismo continua,il tracollo della moda segue a ruota,anche se vi sono alcune riprese positive con le imprese giovanile,che ci auguriamo tra 5-10 anni non si debbano rivolgere a strozzini,illegali e non, per poter mandare la propria azienda e ritrovarsi in questo circolo vizioso.
L’emorragia di imprese non si ferma,anche se si evidenzia qualche piccolo segnale di speranza. Commercio e turismo sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni,gli istituti di credito che non aiutano ma si affiancano,con tassi usurari,a quelle associazioni finanziarie illegali, e insieme ad una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Europa,che favorisce solo le grandi strutture,sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale.
La crisi sta portando a un rapido rinnovamento generazionale,ed era ora,il 40% delle nuove imprese di commercio e turismo è giovanile;però adesso la cosa che ci nasce spontanea è che cerchiamo di tenerli sul mercato,in primo luogo evitando batoste commerciali,a livello nazionale o locale:e speriamo vivamente che questo governo dia una mano,ma l’organizzazione di categoria ha già dato un allarme: è arrivata la tares,il circolo vizioso riprende.
(lo staff)