E adesso le Banche tremano. Una sentenza della Corte d’Apello di Venezia, Terza Sezione Civile, ha stabilito che in caso di applicazione di tassi usurari per prestiti ai clienti, questi ultimi non sono tenuti a versare nessun interesse.

Ovviamente è necessario che sia riconosciuto lo sforamento dei tassi consentiti e l’applicazione di percentuali cosi onerose da rendere funzionari in doppiopetto di una banca simili ai “cravattari”

La causa ha contrapposto una società bellunese e una banca nazionale. L’imprenditore in primo grado aveva visto riconosciuto che il prestito era assoggettato a tassi usurari di mora nel momento in cui non aveva rispettato il pagamento.

Ma il Tribunale non aveva applicato quello che prevede l’articolo 1815 del Codice Civile, ovvero che “se sono convenuti interessi usurari,la calusula è nulla e non sono dovuti interessi.”

E’ su questo punto che le toghe in appello si sono scontrate. La causa era iniziata con la notifica di un decreto ingiuntivo per 26 milioni e mezzo di lire, di cui 16 milioni e mezzo per sorte capitale e 10 milioni per interessi di mora.

Il primo giudice aveva ritenuto comprovata la natura vessatoria delle clausole del prestito,aveva cosi definito il debito residuo in 7.385 euro,insomma nessun esonero nonostante l’usura bancaria.

Ma i giudici d’appello hanno ribaltato tutto,stabilendo la conversione forzosa del mutuo usurario in mutuo gratuito.

Si tratta di una sentenza rivoluzionaria,è stata chiarita per la prima volta,con estrema limpidezza,che per commettere un illecito di usura, sia civile che penale, è sufficiente la semplice contrattazione del compenso usurario che era del 3 per cento mensile.

Un caso isolato?direi di no,viste le svariate chiamate che arrivano a centri studi e centri di consulenza bancaria.,gli imprenditori e i cittadini si sono stufati di essere presi per i fondelli con i propri soldi.