Parliamoci chiaro un italiano su tre non ha soldi sul conto e ,secondo i dati di Banca italia,gli sconfinamenti su c/c e mutui saliti nel complesso al 3.5% degli utilizzi segnalati in centrale rischi. In questo scenario,nonostante l’abolizione delle commissioni di massimo scoperto,il nuovo regime che disciplina la remunerazione di fidi e sconfinamenti in vigore dal 1 luglio,non ha portato i benefici annunciati per i consumatori.

La conferma arriva dai tassi effettivi globali medi rilevati ai fini dell’usura,con l’onere sugli scoperti fino a 1500 euro passato dal 14.74% di aprile-giugno 2012 al 16.19 di luglio-settembre 2013.

Scorrendo i fogli informativi,pubblicati sui siti delle principali banche è possibile avere un ulteriore riscontro in merito. Le nuove norme spostano gran parte dell’onere dello sconfino sul tasso di interesse,che avrebbe la funzione di disincentivare lo sconfinamento e coprire il costo del rischio,mentre la CIV dovrebbe coprire i soli costi per svolgere la pratica.

L’unico freno all’aumento degli oneri fatti pagare a chi va in rosso è dato oramai dal tasso soglia di usura,considerato che la CIV può essere applicata tutte le volte che le procedure interne della banca prevedono lo svolgimento di una istruttoria veloce,senza che la banca debba dimostrare di averla fatta. Una moltiplicazione degli addebiti di sconfinamenti multipli,nella pratica spesso senza alcuna istruttoria,che stona con l’obbiettivo dichiarato del legislatore di rendere l’onere agevolmente comparabile e predeterminabile ex ante del cliente. Meglio sarebbe cancellare la CIV lasciando il solo tasso di sconfino,come abbiamo già sostenuto due articoli fa.

A distanza di più di un anno dalla operatività del nuovo regime,persiste l’anomala indicizzazione del tasso di sconfino praticata da Intesa Sanpaolo.
Per gli utilizzi in scopertura ,infatti,la banca applica un tasso debitore indicizzato al tasso limite dell ‘usura diminuito di uno spread di 2 punti percentuali: un parametro vessatorio che non è un tasso dei mercati finanziari e che consente a intesa di contrattualizzare e aumentare automaticamente,senza un giusto motivo,il tasso sugli sconfinamenti,che dal luglio 2012 all’ottobre 2013,è risultato sistematicamente superiore del 30-35% dell’onere complessivo applicato e segnalato a consuntivo come Tegm dall’interno sistema bancario nazionale.

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Se tutte le banche utilizzassero ,la crescita dei tassi di sconfinamento sarebbe continua ed esponenziale. Bnakitalia e Antitrust interessate al riguardo,hanno risposto dichiarando la loro incompetenza ad intervenire. Non è una buona cosa per Banca Italia che ,ambisce a essere l’unica autorità amministrativa competente a tutelare il consumatore di servizi bancari-finanziari,anche nella repressione delle pratiche commerciali scorrete praticate dalle banche.

L ‘occasione per Bankitalia può essere data,nel costituire un nuovo servizio preposto alla supervisione,con compiti di verifica in materia di integrità,trasparenza e correttezza dei rapporti banca-cliente.

Nel frattempo,però,chi vigila non può chiamarsi fuori.
Nel caso dell’indicizzazione utilizzata da Intesa Sanpaolo non si tratta solo di consentire alla banca,come impresa,la libera quantificazione di un prezzo. Quanto di censurare una clausola contrattuale vessatoria che contempla un meccanismo non corretto,tendente al massimo possibile di onerosità a carico del cliente,anche tramite adeguamenti automatici che prescindono dall’esistenza di un giusto motivo.

Ma se anche qua Bankitlia non interviene,a cosa si riduce la sua tutela dei clienti bancari? una domanda che ci poniamo sempre più spesso.

E vorremmo anche aggiungere che dopo alcune centinaia di analisi sui c/c, che circa il 90% dei correntisti italiani ha da recuperare notevoli importi dalla banche,in quanto ,in molti casi gli istituti di credito hanno addebitato importi non dovuti,spesso mascherati con didascalie poco comprensibili sui c/c,oppure non hanno rispettato i limiti imposti dalla Banca d’Italia alla firma del contratto.
Consiglio a chiunque lavori con il c/c di far verificare ad un consulente esperto i propri rapporti bancari. Le banche vanno affrontate a testa alta,non bisogna subirle.

(lo staff)