Due pesi e due diverse misure sono state prese dallo Stato quando ha deciso di aiutare, con i soldi dei contribuenti, Monte dei Paschi, lasciando gli investitori delle altre banche in difficoltà senza questa corsia preferenziale. Perché a MpS, contravvenendo alle regole delle fondazioni bancarie, è stato permesso di mantenere le partecipazioni nell’istituto di credito, mentre alle altre banche no? Oltre a questo, al Monte dei Paschi sono stati fatti restituire i 5 miliardi di Monti Bonds prima ancora della ricapitalizzazione della banca. JP Morgan e Mediobanca, ultimamente, sono stati molto più pressanti di quanto ci si aspetti dagli advisor finanziari che, insieme ai vertici della banca hanno contribuito all’affondamento della stessa, presentando al mercato un piano di impresa non adeguato secondo molti analisti finanziari.

Gli stessi dirigenti di MpS hanno proposto agli investitori un’operazione complicata e costosa e, inevitabilmente, poco interessante. Sempre loro, i vertici di MpS, hanno anche respinto l’offerta alternativa di Corrado Passera con una delle migliori banche d’affari del mondo, Ubs, e con altre private equity che si sono impegnate presentando in Consob le lettere d’impegno e non sono neppure state interpellate da MpS.

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Infine se l’operazione proposta dagli advisor finanziari fosse stata effettivamente interessante, avrebbero dovuto sottoscrivere un aumento di capitale,       cosa che non è stata fatta, facendo risultare l’intervento statale in aiuto di MpS come un fallimento del nostro sistema bancario.