Cresce sempre di più la tensione tra piccoli imprenditori e le banche prestatrici sul credito, e su uno dei sui effetti più spiacevoli: le cause legali per usura bancaria. Dopo anni di una crisi mai vista prima, che ha provocato una pesante restrizione di credito e triplicato le sofferenze in pancia agli istituto (creditori in mora) gli animi si stanno espandendo.

A dimostrazione il gesto di Giuseppe O. imprenditore travolto dal fallimento dell’azienda Omb a Brescia che ha preferito bruciare i suoi bene immobiliari, costruiti con sudore durante la sua vita, piuttosto che farselo pignorare dalla banca creditrice. La sua storia però, non è l’unica, da tre anni imprenditori e istituti si moltiplicano, mettono a dura prova una manovra ambigua, interpretabile dai giudici e soggetta alle pressioni ambientali delle banche, per difendersi da un nuovo avversario: il cliente. Tutto avviene in punta di diritto, con due giurisprudenze contrapposte: la prima richiama le fonti normative, che dalla legge 108/96 conteggia, nell’usura, tutti gli interessi applicati a un prestito; la seconda sfo alcuni costi e ne estrae dal calcolo altri, in base alle circolari di Banca d’italia, e si rivela più clemente con gli istituti. Forse non è un caso che la seconda linea sia prevalente al foro di Milano, dove molte banche italiane hanno sede. I tassi soglia di usura sono vari: attualmente vanno dal 8,13% annuo dei mutui ipotecari variabili al 24,7% del credito rotativo (revolving). La cronaca è piena di questi episodi, sono sempre più le imprese in difficoltà che si spingono a chiamare in giudizio le banche, con cui i rapporti – anche per la stretta creditizia – non sono buoni come un tempo. Anche le parcelle sono più leggere : la concorrenza tra studi legali ha ridotto da una decina a poche migliaia gli onorari per tentare di rivalersi contro gli istituti. Secondo i dati riportati dalla Fondazione Sdl di Brescia su 150mila prodotti bancari analizzati un 71% presenta usura oggettiva ai sensi del codice penale, e le 19mila pratiche intentate per i clienti hanno portato, quasi sempre per transizione, a recuperare decine di milioni. Negli ultimi mesi, in diversi tribunali di città italiane, hanno condannato banche a rifondere interessi usurari, quasi sempre ravvisando il superamento delle soglie perché sui mutui si applicava il tasso di mora su tutto l’importo (su capitale e interessi) della rata, e non come avviene in Europa solo sulla parte attinente il capitale della rata scaduta. A Palermo l’ex DG di Banca Nuova è stato appena condannato per usura, 8 mesi.