Parliamo tutte le mattine di usura bancaria e di tutti i suoi filoni,ma quest’oggi non ci scosteremo più di tanto,ma parleremo di una banca,esattamente la Ubi,dove sono stati indagati i vertici con due filoni di inchiesta;la prima al patron di Italcementi sono stati contestati truffa e riciclaggio per l’acquisto di uno yacht da Ubi leasing,e nell’altro filone,si ipotizza l’ostacolo alla vigilanza per un accordo tra de associazioni di soci per alternarsi alla guida del gruppo,ma andiamo con ordine.
Due distinti filoni d’inchiesta che hanno radici lontani,quelli che in queste ore stanno coinvolgendo i vertici di Ubi Banca con una serie di perquisizioni ordinate dalla procura di Bergamo.
Il primo filone riguarda l’ostacolo alla vigilanza e vede indagati,tra gli altri,il presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio,il vicepresidente Mario Cera e i consiglieri dell’istituto Victor Massiah e Italo Lucchini.
Oltre al presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli,indagato nella sua veste di presidente dell’associazione Banca Lombarda e Piemontese.L’indagine,condotta dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza,verte sull’accertamento di una serie di meccanismi per la predeterminazione dei vertici Ubi,risalenti al 2006 e almeno in parte nascosti alle autorità di controllo di Bankitalia e Consob.
Secondo quanto emerso,l’Associazione Amici di Ubi e l’associazione amici Banca Lombarda e Piemontese avrebbero,fin dal 2006,stabilito una serie di criteri di predeterminazione delle nomine stabilendo un criterio di pariteticità e alternanza tra i rappresentanti delle due associazioni.
Nei mesi scorsi gli uomini della GdF avevano già perquisito le sedi delle due associazioni.
L’altro filone riguarda la gestione di Ubi leasing relativamente ad una serie di operazioni condotte sui beni di lusso,che alla prima inottemperanza del locatario venivano riscattati dalla banca e rivenduti a prezzi stracciati,una truffa vera e propria;è il filone che coinvolge il patron di Italcementi,Giampiero Pesenti.
Secondo quanto ricostruito,Pesente avrebbe,tramite una società di Nicosia a lui riconducibile,acquistato uno yacht ritirato da Ubi leasing per 3,5 milioni di euro,tramite l’interposizione di altre società.
Lo yacht,dato in leasing per un valore di oltre 10 milioni di euro,avrebbe avuto in realtà un valore superiore ai sei milioni di euro.
A Pesenti e ad una serie di ex manager di Ubi leasing viene contestato il reato di truffa e riciclaggio.
Altra vicenda è quella del cessna dato in leasing da Ubi alla Lm Management di Lele Mora. Al momento del fallimento della società del manager televisivo,viene riscattato dalla banca e venduto ad una società del Delaware per poco più di 60 mili euro,su questo caso sono ancora in corso gli accertamenti per risalire ai reali proprietari della società che ha acquistato a prezzo stracciato l’aereo.
In relazione alle indagini,il Gruppo fa sapere con una nota di avere già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai compontenti organi di vigilanza e non vi sono ad oggi novità o aggiornamenti ulteriori.
Ci sono state ripercussioni dell’inchiesta anche in borsa,dove la banca,che oggi ha presentato i conti del primo trimestre che vede un raddoppio dell’utile a 58,1 milioni,cede comunque poco più dell’1,5%.
Penso che i fatti parlino da soli,oltre a praticare usura sui nostri mutui e conti correnti,lucrano e truffano.
(lo staff)