banca-italia-3-3319596
I fatti di cronaca giudiziaria degli ultimi giorni sulle indagini nei confronti di alcuni istituti di credito hanno riportato alla luce il tema dell’usura bancaria. Ecco allora una piccola guida per i consumatori su cosa è l’usura bancaria e quali sono i fattori da considerare nel calcolo dei tassi applicati dalle banche.

Innanzitutto, quando si parla di usura bancaria? è la legge che lo dice: “Si ha usura quando il corrispettivo di una prestazione in denaro consistente nella richiesta di interessi, spese e commissioni costituisce un costo totale finanziario estremamente esoso in relazione alla categoria della prestazione, all’entità della prestazione ed alle dinamiche finanziarie del mercato”.
Si tratta perciò di un’ applicazione sui finanziamenti – concessi dagli istituti di credito e dalle società finanziarie ai propri clienti – di tassi di interesse effettivi che, sommando il tasso nominale e tutti gli oneri relativi alla concessione del credito, superano il limite consentito dalla legge sull’usura, ovvero la Legge 108/1996 (e successive modifiche).

Tale legge stabilisce infatti delle soglie (TEGM) oltre le quali gli interessi sono considerati usurari. Attualmente, i tetti stabiliti nel secondo trimestre 2015 da Bankitalia sono i seguenti: si va dal 8,13% dei mutui ipotecari a tasso variabile al 9,38% del tasso soglia per i mutui a tasso fisso.

Per salvaguardarsi le banche hanno introdotto negli anni clausole di salvaguardia nei contratti stipulati con i clienti, determinandone eventuali interessi di mora e maggiorazioni, clausole con le quali le banche limitano il tasso massimo alla soglia stabilita.
Questo porta quindi a non generalizzare e ad esaminare ogni singolo caso, facendo una verifica delle condizioni generali del proprio contratto e analizzando alcuni importanti fattori, come le spese relative alla gestione della pratica, le penali, istruttoria, perizia, incasso rata ed eventuali polizze obbligatorie, fattori che potrebbero far rivelare al contribuente di avere in mano dei finanziamenti che oltrepassavano il tasso soglia già al momento della stipula.

Di queste questioni se ne occupa D.E.C.I.BA, un associazione con a Capo Gaetano Vilnò, che segue da anni la questione di illeciti bancari e in base ad una recente sentenza della Cassazione – la n. 350/2013 – “quando il tasso di mora, le penali e le varie spese, superano il tasso soglia, stabilito dalla legge anti usura 108/96, anche i mutui diventano usurai e possono essere annullati con le relative procedure giudiziali ”.

Per tutelarsi, il contribuente deve stare attento in particolare ad un fattore: il tasso di mora, che consiste nell’ interesse che la banca richiede quando il cliente non riesce a pagare una rata.
Verificare se esiste un’anomalia è semplice: basta chiedere un estratto conto e i renditoconti delle rate alla propria banca, che è obbligata a fornite tutti i documenti degli ultimi 10 anni, inclusi contratti di mutui e conti correnti (a meno che non c’è la prescrizione). Se il contribuente rientra in questa categoria, può allora chiedere il rimborso integrale degli interessi pagati su mutui, leasing e finanziamenti, avendo inoltre la facoltà di non corrispondere gli interessi relativi alle rate residue.

images1-8867741
D.E.C.I.B.A

PARMA Viale barilla 21 43121 (PR)

0521-241417 tell

0521-484700 Fax

Cresce sempre di più la tensione tra piccoli imprenditori e le banche prestatrici sul credito, e su uno dei sui effetti più spiacevoli: le cause legali per usura bancaria. Dopo anni di una crisi mai vista prima, che ha provocato una pesante restrizione di credito e triplicato le sofferenze in pancia agli istituto (creditori in mora) gli animi si stanno espandendo.

A dimostrazione il gesto di Giuseppe O. imprenditore travolto dal fallimento dell’azienda Omb a Brescia che ha preferito bruciare i suoi bene immobiliari, costruiti con sudore durante la sua vita, piuttosto che farselo pignorare dalla banca creditrice. La sua storia però, non è l’unica, da tre anni imprenditori e istituti si moltiplicano, mettono a dura prova una manovra ambigua, interpretabile dai giudici e soggetta alle pressioni ambientali delle banche, per difendersi da un nuovo avversario: il cliente. Tutto avviene in punta di diritto, con due giurisprudenze contrapposte: la prima richiama le fonti normative, che dalla legge 108/96 conteggia, nell’usura, tutti gli interessi applicati a un prestito; la seconda sfo alcuni costi e ne estrae dal calcolo altri, in base alle circolari di Banca d’italia, e si rivela più clemente con gli istituti. Forse non è un caso che la seconda linea sia prevalente al foro di Milano, dove molte banche italiane hanno sede. I tassi soglia di usura sono vari: attualmente vanno dal 8,13% annuo dei mutui ipotecari variabili al 24,7% del credito rotativo (revolving). La cronaca è piena di questi episodi, sono sempre più le imprese in difficoltà che si spingono a chiamare in giudizio le banche, con cui i rapporti – anche per la stretta creditizia – non sono buoni come un tempo. Anche le parcelle sono più leggere : la concorrenza tra studi legali ha ridotto da una decina a poche migliaia gli onorari per tentare di rivalersi contro gli istituti. Secondo i dati riportati dalla Fondazione Sdl di Brescia su 150mila prodotti bancari analizzati un 71% presenta usura oggettiva ai sensi del codice penale, e le 19mila pratiche intentate per i clienti hanno portato, quasi sempre per transizione, a recuperare decine di milioni. Negli ultimi mesi, in diversi tribunali di città italiane, hanno condannato banche a rifondere interessi usurari, quasi sempre ravvisando il superamento delle soglie perché sui mutui si applicava il tasso di mora su tutto l’importo (su capitale e interessi) della rata, e non come avviene in Europa solo sulla parte attinente il capitale della rata scaduta. A Palermo l’ex DG di Banca Nuova è stato appena condannato per usura, 8 mesi.

Un’altra Mazzata per la Banca,23 Giugno 2015

Rigetta la richiesta di concessione della provvisoria esecuzione

Ormai i risultati eclatanti del gruppo DECIBA si moltiplicano,purtroppo nessun media sembra interessarsi a divulgare informazioni che potrebbero cambiare la vita di famiglie e aziende. L’associazione DECIBA grazie alla professionalità dei professionisti selezionati riesci ogni giorno a sorprenderci,siamo al Tribunale di Oristano ,la Banca chiede un pignoramento e la richiesta viene RESPINTA . 

Gli illeciti da controllare sono tanti,la materia è complessa,quello che a tutti noi interessa sono i grandi risultati che questa materia sta portando .

Ad esprimersi è la Dott.ssa Rosaria Siotto che ha ben compreso il fatto espresso,un altra donna Eroe a nostro parere . Fino a qualche tempo fa il “diritto bancario” era quasi nascosto,oggi grazie al web è possibile senza censura diffondere documenti e informazioni

Nel web è possibile trovare di tutto,a volte sono bufale a volte sono notizie vere e interessanti,basta impegnarsi e fare le adeguate ricerche e si troveranno le giuste strade .

Nel web troviamo anche clienti scontenti ,certo non è facile vincere,ma come potete verificare ci sono documenti che dimostrano la reale possibilità di riuscita.

Gli elementi di base sono il livello professionale di una Perizia adeguata,un Legale preparato ad affrontare una materia per molti versi nuova . Mettere insieme questi elementi non è  sempre semplice .

Le Perizie fatte dal comitato scientifico Associazione Deciba sono risultate fra le più credibili in Italia,infatti molti eclatanti risultati sono anche grazie a questo .

Le Perizie non sono tutte uguali,spesso la differenza di prezzo è anche per questo motivo.

Sono varie società a proporre il “prodotto” perizia,anche la trasmissione CADUTA LIBERA condotta da Gerry Scotti pubblicizza una fra le più importanti società del settore SDL CENTRO STUDI  di Brescia ,è recente la notizia che i  software per la composizione perizie Mutui e Leasing sono certificate proprio  dall’associazione DECIBA.

Un accordo significativo,artigiani e industria insieme,lo scopo comune è ottenere risultati giuridici e vincere contro le banche che commettono illeciti .

Questa evoluzione del mercato sarà utile a tutti,vincere crea giurisprudenza positiva,legali e clienti trarranno sicuramente beneficio .

Nel web troviamo molte informazioni,ci sono clienti contenti e altri scontenti,ci sono persino clienti che hanno dedicato blog per testimoniare che hanno preso con la banca,peccato che altrettanta energia non venga dedicata per divulgare notizie positive e risultati eclatanti .

Diffidate di professionisti o clienti che dedicano la loro vita a parlare male di altri,solitamente seguono scopi personali,infatti la maggior parte delle critiche arrivano da professionisti che parlano male di altri professionisti .

Fidatevi dei risultati,chi evidenzia una perdita ed esclude la diffusione di vittorie fa il “gioco della banca ” crea dubbi e paure,fidatevi,i risultati ci sono.

Le banche sono potenti,credete veramente che non si attivino per creare confusione fra la gente,pensate davvero che non abbiano persone pagate per screditare il lavoro di professionisti seri .

Vi portiamo a conoscenza di un grande risultato ottenuto dallo staff SDL CENTRO STUDI  WWW.SDLCENTROSTUDI.IT 

Diffidate di chi dedica la propria esistenza  a diffondere informazioni  negative,non ci sorprenderebbe se dietro a questo ci fossero delle banche .

È ufficiale: condono delle cartelle esattoriali fino a 2mila euro.

Pubblicato, in Gazzetta Ufficiale (n.142 del 22 giugno), il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che stabilisce le modalità con cui sarà eseguito il discarico, da parte dell’ente di riscossione – per esempio Equitalia – delle cartelle esattoriali fino a 2mila euro, annullate in seguito alla sanatoria introdotta dalla legge di Stabilità per il 2013 (art. 1, comma 527, legge n. 228/2012). Ciò avverrà per i ruoli esecutivi fino al 31 dicembre 1999.

Nella Gazzetta, sono riportate la procedura, le esclusioni dalla sanatoria e le modalità del rimborso spese.

L’annullamento sarà automatico, decorsi 6 mesi dall’entrata in vigore della norma.

Come individuare i ruoli da annullare? E come si calcolano i 2mila euro? Saranno considerati tre elementi dell’iscrizione al ruolo:

– il capitale;

– gli interessi per ritardata iscrizione al ruolo;

– le sanzioni.

Rientra nella sanatoria qualunque tipo di somma iscritta al ruolo (tasse, multe, contributi previdenziali e così via). La trasmissione delle cartelle esattoriali da ritenersi automaticamente annullate avviene su supporto magnetico oppure in via telematica.

Riassumendo, il decreto stabilisce che:

– i crediti esigibili da Equitalia, o altro agente della riscossione, fino a 2mila euro ed iscritti a ruolo entro il 31/12/1999, devono essere automaticamente annullati;

– i ruoli di importo maggiore a 2mila euro, resi esecutivi entro la medesima data del 31/12/99, saranno discaricati da Equitalia e qualsiasi altro agente della riscossione.

L’istanza di rimborso degli agenti della riscossione va presentata entro il 30 settembre 2015, in base ai crediti risultanti al 31 dicembre 2014, al Ministero dell’Economia per i ruoli erariali, e agli enti creditori per le altre somme. La prima rata dei rimborsi è erogata entro il 30 giugno 2016.

Parlare di usura bancaria, mutui, finanziamenti è diventato molto comune negli ultimi anni, ma l’argomento resta di per sé molto complesso. Come verificare se un finanziamento o un mutuo sono usurari? Quando si affronta la questione dell’usura bancaria, fondamentale è far riferimento all’articolo 644 del codice penale, così come riformato dalla L.108/96.
La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. L’articolo 644 del codice penale prevede due ipotesi di condotte punibili:

– è reato quando si supera il tasso massimo d’interesse fissato dalla legge;

– è reato anche quando tale tasso non è superato, ma si presta a condizioni sproporzionate rispetto a quelle comunemente praticate. Ma qual è questo limite?

Il limite oltre il quale gli interessi sono da considerare sempre usurari è stabilito dall’art. 2, comma 4, della Legge n. 108/1996.

Il limite, o tasso soglia, è pari al tasso effettivo globale medio (TEGM, rilevato ogni trimestre dalla dalla Banca d’Italia). Prima della modifica normativa, il limite di usurarietà dipendeva dal tasso medio risultante dall’ultima rilevazione trimestrale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, relativo alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, “aumentato della metà“.

Dopo la riforma, invece, per individuare quel limite, il tasso medio non deve più essere aumentato della metà, bensì “di un quarto, cui si aggiunge un margine di ulteriori quattro punti percentuali“. Non solo. La nuova definizione legale stabilisce che “la differenza tra il limite e il tasso medio non può essere superiore a otto punti percentuali“.

Dunque: la norma che ha modificato e integrato l’art. 644 del codice penale che disciplina l’usura potrebbe avere tutti i requisiti per essere considerata incostituzionale, visto che non impedisce di fatto, alle banche, che sono gli erogatori del credito, di “fare cartello” per garantirsi l’impunità riguardo ai tassi usurari.

In altre parole: il riferimento della legge al tasso medio praticato dalle banche le induce ad accordarsi collettivamente per il rialzo, in modo da elevare esse stesse, per effetto degli accordi stabiliti, la soglia del tasso usurario. Il precedente metodo di calcolo stabiliva di aumentare del 50% il valore del TEGM per ottenere la soglia di usura. Adesso invece il calcolo è leggermente più complesso e il nuovo metodo avvantaggerà gli istituti di credito e le società finanziarie che potranno usufruire di margini più ampi nella determinazione degli interessi passivi da applicare ai prestiti.
La modifica alla norma precedente “legalizzeràl’usura che teoricamente dovrebbe essere contrastata dall’articolo stesso e che invece, di fatto, la consente.

Approvato disegno di legge dal Senato, secondo cui le banche italiane potranno pagare i propri debiti attingendo dai conti correnti dei cittadini italiani. Il ddl è stato votato dai senatori del Partito democratico , da Forza Italia, dal Nuovo centrodestra democratico e da alcuni senatori del gruppo misto. Sono stati 19 i senatori che si sono astenuti (Lega Nord e Movimento 5 Stelle). Gli unici a votare contro sono stati i senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino (Italia lavori in corso) più altri tre fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.

In soldoni: gli istituti che presentano problemi finanziari ed economici, invece di ricorrere a fonti esterne per recuperare le perdite (bail-out), potranno “scaricare” parte delle proprie perdite sui conti correnti dei propri clienti (al di sopra dei centomila euro) e farle pagare agli azionisti e ai creditori non garantiti. Un provvedimento finanziario, volutamente taciuto, probabilmente per evitare la corsa degli italiani a svuotare i conti correnti e a svendere le proprie azioni. Adesso la parola passa alla Camera dei deputati che, se approverà, farà diventare legge dello Stato quella che si profila già come una truffa legalizzata.

Il prelievo dai conti correnti è previsto da una direttiva dell’Unione europea.

Ogni famiglia gestisce dei rapporti con una o più banche. Alcune famiglie, poi, hanno anche posizioni aperte con finanziarie, Equitalia, con compagnie telefoniche. A volte è difficile gestire i conti familiari e domestici, tanto più se succedono degli imprevisti o se il lavoro è altalenante o addirittura si perde del tutto. Ci si espone a un piccolo debito dopo l’altro, perdendo talvolta il controllo della situazione, e ci si ritrova senza la capacità di far fronte all’ammontare dei debiti, che nel frattempo hanno sovrastato ogni possibilità del debitore di estinguerli.

La Legge 3/2012 consente ai singoli cittadini di ridurre o cancellare i debiti contratti con Fisco e creditori. Ci si può rivolgere al tribunale perché li riduca, con un proprio provvedimento. È chiamato “Piano del consumatore” e consente di rinegoziare il proprio debito con i creditori. Possono farlo sia piccoli imprenditori, sia lavoratori dipendenti. Nei mesi scorsi, il tribunale di Busto Arsizio ha permesso a un contribuente, che aveva accumulato una serie di cartelle esattoriali per una morosità di oltre 80mila euro, di restituire meno della metà del suo debito.

Il Piano va presentato al giudice. Se approvato, sono sospesi tutti i pignoramenti, sia quelli in corso sia quelli che in procinto di essere avviati. Il contribuente può sperare di ripartire, sanando completamente i propri i debiti. Non è un percorso semplice, la procedura può essere complessa. Per questo motivo, il debitore deve necessariamente farsi assistere da uno degli organismi di composizione della crisi, con sede nel circondario del Tribunale, dove è residente (organismi di conciliazione presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura), oppure rivolgersi a ordini professionali degli avvocati, dei commercialisti ed esperti contabili e dei notai.

Di seguito, vi forniamo alcuni dei requisiti per accedere al Piano del consumatore:

1) Aver contratto debiti solo per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale svolta;

2) I debiti devono essere così alti da non poter essere risanati con il proprio patrimonio;

3) Il debito non deve essere responsabilità del consumatore, ma dipendere da cause a lui non imputabili. Sarà il giudice a stabilirlo.

4) Si può accedere al piano del consumatore una sola volta ogni cinque anni.

Quanti di voi conoscono l’esistenza del Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura (art. 14)? Probabilmente non in tanti. È un Fondo istituito presso l’ufficio del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura del Ministero dell’Interno, al quale da alcuni anni può avere accesso anche chi è usurato dalle banche.

Il Fondo di solidarietà offre agli operatori economici, ai commercianti, agli artigiani, ai liberi professionisti che hanno denunciato gli usurai, l’occasione di reinserirsi nell’economia legale. Il Fondo eroga un mutuo senza interessi da restituire in dieci anni, il cui importo è commisurato agli interessi usurari effettivamente pagati e, in casi di particolare gravità, può tenere conto anche di ulteriori danni subiti.

Possono usufruire del Fondo coloro i quali dichiarano di essere vittime di usura e risultano parti offese nel procedimento penale. L’obiettivo è sostenere finanziariamente le vittime dell’usura e spronarle a collaborare con la magistratura, denunciando l’usuraio.

La domanda di concessione del mutuo deve essere presentata al Fondo di Solidarietà per le vittime dell’usura, tramite la Prefettura della provincia, dove è avvenuto il reato, entro 180 giorni dalla data della denuncia dell’usurato. Deve essere corredata da un piano di investimento per il reinserimento dell’usurato nell’economia legale e di un piano di restituzione dell’importo del mutuo. Le domande devono essere presentate o inviate con plico raccomandato con avviso di ricevimento.

La concessione del mutuo è deliberata dal Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura. In caso di documentata necessità, può essere concessa alla vittima dell’usura un’ anticipazione, fino al 50% dell’importo erogabile del mutuo.

Un ex manager bancario racconta le varie irregolarità che i funzionari di banca praticano, rivela i maneggi delle banche a danno del correntista, le spese eccessive caricate sui conti correnti, la moltiplicazione delle commissioni, il ricatto psicologico dietro le richieste di rientro fino al compimento da parte delle banche di vere e proprie truffe come l’anatocismo e l’usura. L’ex bancario, Vincenzo Imperatore, mette a frutto la sua esperienza e pubblica la sua testimonianza nel suo libro “Così le banche imbrogliano il correntista. Io so e ho le prove”, edito da Chiarelettere.

Per vent’anni nelle direzioni operative di alcuni istituti di credito italiani, Vincenzo Imperatore racconta le strategie delle banche a danno del correntista, gli aumenti quasi impercettibili dei tassi che passano inosservati alla maggior parte degli utenti e che invece producono lauti incassi per gli istituti bancari.

Le banche speculano anche sul cosiddetto guadagno “in nero” ottenuto dal cliente attraverso l’evasione fiscale. Al momento della richiesta di un finanziamento proveniente dal cliente, la banca si mostra diffidente. Visiona i bilanci dell’azienda, le dichiarazioni dei redditi per poi stabilire che l’azienda di turno non è ben patrimonializzata. Il cliente, che per lo più è un piccolo o medio imprenditore, oppure un professionista, confessa che lavora un po’ “in nero” e che la dichiarazione dei redditi, così come il bilancio, non fotografano la reale situazione patrimoniale. Il funzionario propone così al cliente di portare in banca questi guadagni extra per investirli in una polizza assicurativa. Se il cliente rifiuta l’allettante proposta, il dipendente si improvvisa buon samaritano e trova la soluzione: il primo anno la polizza sarà finanziata dalla banca. Dunque l’istituto bancario concederà un prestito che potrà coprire anche la polizza. In pratica, la banca spinge il cliente di turno a sottoscrivere la consueta polizza assicurativa ramo vita, da cui gli istituti traggono poi ampi profitti. Racconti come questo, e non solo, troverete nel libro di Vincenzo Imperatore, che ha già all’attivo numerose ristampe.

Molti correntisti hanno un rapporto di fiducia tale con la propria banca che non impiegano il proprio tempo a rileggere i contratti stipulati, anche per via della complessità dei documenti rilasciati, dei caratteri incredibilmente minuscoli, della difficoltà di interpretazione, della poca pratica con il linguaggio legale-bancario delle condizioni generali. Insomma, si fidano. Invece, il meccanismo di frode ai danni dei correntisti che gli istituti di credito sono soliti operare è tecnica ormai rodata. Tutto parte dalla necessità delle banche di rifilare ai propri clienti ogni genere di prodotto: polizze assicurative, derivati, azioni, obbligazioni, soprattutto all’apertura di un mutuo, un fido, un leasing. Ogni pretesto è buono per vendere prodotti bancari, contravvenendo allo spirito proprio degli istituti di credito che dovrebbe essere innanzitutto la raccolta del risparmio e l’erogazione del credito. Le cause avviate da molti imprenditori nei confronti degli istituti di credito sono in continuo aumento.

Nel 2012, al tribunale di Milano, sono state presentate 180 cause contro le banche, nel 2013 sono salite a 1.860 e il trend sembra aumentare ogni anno.

Si può fare causa? Sì. Secondo la giurisprudenza, tutti i costi dei servizi aggiuntivi imposti dalle banche ai clienti si sommano agli interessi praticati col mutuo, per esempio. Risultato: se il totale delle varie polizze, unite ai tassi corrispettivi o moratori, raggiunge la soglia dell’usura, si può andare dal giudice e chiedere di non pagare gli interessi. Ma state attenti e rivolgetevi a dei professionisti: c’è anche il business della difesa del cittadino da cui difendersi.