Due giorni fa abbiamo parlato della commissione di massimo scoperto,cercando di capire meglio di cosa si trattava,documentandoci poi inseguito abbiamo scoperto che la Banca d’Italia rischia di essere indagata per prestiti e tassi da usura.
A rilevare il presunto illecito è la Corte di Cassazione,messa un allerta dalle svariate denunce dell’associazione a tutela dei consumatori Adusbef risalenti ad aprile 2010.
Nella sentenza salta in evidenza che la commissione di massimo scoperto,che si trova nei contratti di conto corrente è un costo illegittimo e un fattore potenzialmente produttivo di usura,come già detto sia dal Tribunale che dalla Corte territoriale.
Una circolare Via Nazionale spiegava che la CSM non doveva essere presa inconsiderazione ai fini della determinazione del tasso effettivo globale degli interessi. Cosi facendo ha di fatto aggirato la norma penale, “che impone alla legge di stabilire il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”
Le circolari in violazione di legge,non hanno efficacia vincolante per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza di Bankitalia.
Interpretando la legge 108/96, la Corte di Cassazione aveva riaffermato che indipendentemente da quanto stabilito dai banchieri e dalla norme amministrative di Bankitalia,il codice penale, ai sensi del quarto comma dell’art 644c.p., impone di prendere inconsiderazione tutti gli oneri che un correntista sopporti in relazione al suo credito.
Imprenditori strozzati e ridotti all’astrico per anni non hanno potuto far valere le proprie ragioni in giudizio perché, anche se i tassi superavano il tasso di soglia, trovavano ostacolo nella circolare di Bankitalia. Ora la suddetta circolare non avrà più valenza.
Nei prossimi giorni a chiusura delle indagini, una serie di magistrati titolari di processi contro alcune banche per il reato di usura,potrebbero procedere a tutelare gli imprenditori usurati dagli istituti bancari.
(lo Staff)